sfumature Indaco e Ocra

MAROCCO 2016

PERCHÈ IN MAROCCO

Perchè quello del Marocco è un viaggio nel tempo. Un viaggio tra i colori. Un incontro tra il viaggiatore e il paese.
Una scoperta che ci lascerà senza parole perchè questo paese è magico e misterioso.
Perchè tutto quello che vedremo è quanto di meglio i nostri occhi possano pretendere di vedere.
Perchè qui nulla è fuori posto. La luce, i colori, la gente e poi le sue città, la cultura, il mare, le montagne, il deserto, anche i campi coltivati.
ESSAOUIRA è la città bianca e blu; la città del vento. Da queste parti il mare si chiama Oceano e l’Atlantico ha onde impetuose.
Perchè a Essaouira c’è una Medina fra le più belle di tutto il Marocco.
Perchè Essaouira è vietata al traffico di ogni mezzo che non sia a trazione umana.
Solo asini, carretti e biciclette possono mescolarsi fra la gente nelle stradine e nelle piccole piazze, dove sulle case bianche di calce brillano con porte e imposte azzurre.
Perchè Essaouira è la , per come appare dal mare, ma anche la , per gli alisei che non la trascurano mai.
Ci sono mille motivi per conoscere Essaouira ma il segreto sarà quello di scoprirli insieme.

E poi MARRAKECH con la sua piazza Djemaa el Fnaa. Uno spazio vuoto se non fosse per il popolo che la vive ogni giorno fino a tarda notte.
Giocolieri, suonatori, incantatori di serpenti, cartomanti, musicanti, ammaestratori di scimmie, suonatori di flauto, cantastorie. Acrobati, guaritori, indovini e i suonatori berberi.
Nella piazza c’è tutto il genere umano più vario che si possa immaginare.
Non è un caso che Djemaa el Fnaa sia stata decretata Patrimonio Orare dell’Umanità dall’Unesco. In mezzo a tutto questo popolo c’è la magia di questa città dalle tinte ocra, i suoi vicoli e i quartieri intorno alla medina illuminati da una luce unica.

Davvero in quel momento mi sembrò di essere altrove, di aver raggiunto la meta del mio viaggio. Da lì non volevo più andarmene, ci ero già stato centinaia di anni prima, ma lo avevo dimenticato, ed ecco che ora tutto ritornava in me. Trovavo nella piazza l’ostentazione della densità, del calore della vita che sento in me stesso. Mentre mi trovavo lì, io ero quella piazza. Credo di esser sempre quella piazza.”
(Elias Canetti)

…… e poi perchè questa viaggio è l’occasione per vivere una esperienza fotografica comune che ci riserverà grandi sorprese.
Opereremo come un unico staff di fotografi, scrittori ma non solo, nella realizzazione di una opera Marocchina che si intolerà ” sfumature BIANCO, INDACO e OCRA”