TIBET

Prostrazioni

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La pratica delle prostrazioni ci lascia affascinati per il suo fervore religioso così potente e diffuso. La dottrina buddista mira essenzialmente all’eliminazione della sofferenza e all’ottenimento di una felicità stabile che deve derivare dall'equilibrio tra le azioni positive e negative degli esseri umani. Nella quotidianità il modo ricorrente per accumulare meriti religiosi è quello della prostrazione e tutti vi si applicano prostrandosi di fronte o intorno all’oggetto del culto: un tempio, uno stupa, ma anche aggirando montagne e laghi sacri. Le mani giunte si avvicinano alla testa, poi alla gola e infine al cuore. Il corpo tocca terra per tutta la sua lunghezza con braccia e mani parallele poste oltre la testa mentre intorno all’oggetto venerato si compie il giro in senso orario. Nella piazza del Barkhor o intorno al tempio del Jokhang a Lhasa migliaia di pellegrini “circumambulano” i luoghi sacri recitando mantra a qualsiasi ora del giorno e della notte. E' sorprendente come tutte queste persone trasmettano la convinzione di ottenere meriti e purificare il proprio karma negativo tramite la pratica quotidiana delle prostrazioni.

2012

FOTOGRAFIE Giovanni Miceli
TESTO Giovanni Miceli