La sala di preghiera delle donne è adiacente a quella degli uomini. Una donna ci invita ad entrare.
Togliamo le scarpe e ci accomodiamo su poltroncine contro la parete. La voce del Mullah oltrepassa il tramezzo e si diffonde nella sala. I movimenti delle vesti fruscianti sotto le quali bambini intimiditi si nascondono; visi curiosi, occhi divertiti, spuntano dietro le spalle di altre donne che, in ginocchio, leggono il corano.
Ci offrono the e biscottini alla banana.
Il mio sguardo incrocia quello incredulo di Simona. Condividiamo emozioni. La preghiera termina ma non riusciamo ad uscire. Un gruppo di donne ci raggiunge e iniziano le domande, le risposte, gli aneddoti e le curiosità:
E’ facile fare i tappeti, in due mesi puoi imparare, mia mamma ti può insegnare!
Io sono ingegnere e lavoravo per una compagnia di Esfhan ma ho lasciato quando ho avuto mio figlio e ora lavoro nella farmacia di mio marito. E tu?
Ho 45 anni. Sono infermiera, non ho figli non sono sposata
Imbarazzo!
Devo dare ragione a Claudio! Voi uomini siete esseri semplici.
Noi siamo più complicate, e cerchiamo complicità, condivisione, confronto e conforto, che si rinforza nel racconto di storie di ordinaria quotidianità.
E Andrea? E’ passata mezz’ora. Se c’è ancora può scattarci lui la foto tutte insieme. Sì Andrea e lì fuori. Si è bevuto due the offerti prima dalle donne e poi dagli uomini. Ora prende la mira, punta l’obiettivo e immortala per sempre queste donne armate di teiera e biscotti.
2017