Giovani e vecchie donne Hamer ballano insieme prima della cerimonia del salto del toro: le treccine impastate di terra rossa scintillano al sole, nel fragore di sonagli e trombette. Poi d’improvviso il ballo si interrompe. I Maz, uomini già iniziati, avanzano portando con sé fascine di verghe sottili. Le donne corrono loro incontro, li circondano uno ad uno, li sfidano. Ogni uomo osserva la calca, sembra quasi voglia sfuggirla. Ma quando alza il braccio armato di verga, è il segno: è pronto! La donna davanti a lui, la prescelta, sembra illuminarsi: resta in attesa a testa alta, saltellando; le altre si scostano. Parte una sorta di duello: qualche attimo, interminabile. Poi la frustata rituale colpisce e lo schiocco fa sobbalzare chi assiste. Uno, due, tre colpi. Non un urlo, non un cedimento. Nulla lascia trasparire la sofferenza: solo il sangue delle ferite racconta la violenza del gesto. Nel sorriso di chi è stata colpita brilla l’orgoglio: cicatrici perenni testimonieranno quanto vale.
2013