Essaouira, non l’avevo nemmeno mai sentita nominare.
Mi sono subito innamorato di lei, una conoscenza affascinante.
Un luogo che trasmette vibrazioni; non sarà un caso se Jimi Hendrix, Frank Zappa e Bob Marley hanno calpestato le sue strade.
Affacciata sull’oceano, cinta da mura, meravigliosa con le sue case bianche e le mille sfumature d’indaco che colorano e stupiscono ad ogni angolo del vicolo che si percorre.
Ha un ritmo lento, lontano dalla frenesia di Marrakech.
Attraversare “Bab El Marsa” è come superare uno stargate.
Vieni proiettato nel suo porto. Altro mondo. Qui, l’indaco, lascia senza fiato.
I gabbiani sono i signori incontrastati del cielo e del vento, circondano tutto, volano ovunque. A volte, nel tentativo di emulare le gesta del loro lontano predecessore Jonathan, sbagliano manovra e colpiscono l'incauto passante.
A qualsiasi ora del giorno o della notte il porto è vivo.
Barche da pesca che attraccano e scaricano quintali di sardine, si riparano le reti.
Reti rosse per rendere tutto ancora più unico.
Uomini preparano palamiti infilando centinaia di ami sui robusti fili di nylon, altri uomini occupati a svolgere il rimessaggio delle barche; scintille di una fresa, l’odore della vernice che spesso copre quello costante del pesce.
Lungo il molo, bancarelle vendono il pescato: murene, piccoli tonni, polpi, pesci spatola, pagelli e granceole.
Nei dintorni piccoli chioschi, dove per pochi dirham cucinano il pesce che preferisci.
Essaouira, la città degli alisei, colpisce la vista e tutti gli altri sensi.
Essaouira è un luogo che entra nel cuore.
2016