ERITREA

Treno del tempo

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Signori, in carrozza. Sono il vostro fuochista, il capotreno, l’addetto al freno a mano di questo convoglio che è partito cento anni fa e ancora non si è fermato. Siamo stati noi, con le nostre mani, i nostri ferri arrabattati in qualche mercato a essere riusciti a rimetterlo in piedi. Noi, africani di Eritrea. Quelli che ora non riescono a staccarsi da questa stazione che da giovani hanno costruito. Ma il treno è vostro: Ansaldo, Genova 1930 come riporta la bella targa in ottone che ogni giorno lucidiamo. Senti? E’ il fischio di via. Avanti, Sali. Non sai che quando scenderai avrai come una vertigine di fuliggine e nostalgia. I bambini corrono e fanno a gara a chi resiste di più. Si stendono sui binari, l’orecchio sulla rotaia a sentire ancora il rumore della locomotiva che sbuffa, fischia e dice che c’è un mondo lontano. Chi avrà pensato a creare questa magia? Guardi le valli, le montagne, le distese di fichi d’india. I ponti, le arcate, le gallerie. Ben 47 ne ho contate. Oggi è solo un viaggio, un biglietto staccato. Ma questa è storia. Storia mia e tua. Lasciati andare. Ti porterò fin dove avrai paura. Fino all’abisso che non sapevi di avere dentro di te. Poi, ci sarà tempo per tornare.

2017

FOTOGRAFIE Massimo Bicciato
TESTO Pia Bacchielli