Il fascino del fluire rimanendo immutato, di andarsene restando. Il fiume.
Alle 7.13 di questa mattina soleggiata, l’acqua del Nilo è una donna pura, candida e inviolata, mentre io mi sento già colpevole per averla osservata e sfiorata insistentemente.
Il fiume scorre lento e invita a seguirlo.
Il riflesso delle piante, delle rocce, della sabbia è etereo, debole, timido.
La flebile voce dell’acqua che scorre sotto di me dissimula il calore che batte sulla testa. Le immagini riflesse sono vivide, mentre sono prigioniero di questa donna che con il suo fluire fa scorrere il tempo.
E’ giunto il momento di dirle addio; un saluto che speri sia solo un arrivederci.
Sono le 18.27 e il sole è nascosto dentro di lei.
La sfioro per l’ultima volta con la punta delle dita, accarezzo il suo letto gelido.
Spero che si ricordi di me così come io mi ricorderò di questa magnifica donna liquida.
Tutto si scalda in pochi istanti.
E’ il saluto che non vorresti mai fare.
2018