EGITTO

Addio paese mio

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Era quasi mezzanotte e parlavamo sottovoce.
Ebbi l’impressione che lo scorrere del fiume sotto i nostri piedi scandisse le ultime ore passate con Amina.
Quella mattina non andammo a scuola.
Mahmoud oggi stiamo sul fiume, ti va? Disse gridando alla mia finestra.
Non era mai successo che Amina saltasse la scuola, ma non chiesi nulla e accettai.
Passammo davanti al solito albero e sollecitandolo con un bastone fece cadere i frutti di guava per il pranzo.
Guardavo i nostri piedi immersi nell’acqua gelida, erano sempre gli stessi.
Ormai la mezzanotte era passata da un pezzo.
Avevamo trascorso tutta la giornata su quella riva; la riva sulla quale giocavamo ad attaccarci alle feluche dei turisti, la riva che rifletteva i colori della sabbia come uno specchio.
Quella riva che era stata la nostra casa, fino a quel momento.

“Se” disse con le lacrime agli occhi, non dovessi più tornare, ti ricorderai di me? “ Non risposi.
Guardai la sagoma della luna riflettersi nel fiume, era sempre stata chiara e limpida ma quella sera stava sbiadendo.
Sapevo che non avrei più rivisto Amina.
Sapevo che non avrei più rivisto quella luna.

2018

FOTOGRAFIE millebattute
TESTO Virginia Tamburini