VALLE OMO
a casa degli Hamer
con Giovanni MiceliL’ultima Africa. Una terra magnifica, aspra e polverosa ma ricca di umanità, di cultura e di tradizioni. Un tuffo nel passato dove il tempo è scandito dalla luce e dal buio. Vogliamo vivere insieme le emozioni che questa gente è capace di trasmettere. In Etiopia si parlano 86 dialetti e ci sono circa 80 etnie, 45 delle quali distribuite nella mitica Valle dell’Omo. Un miscuglio di razze, di contraddizioni, di usi e costumi impressionante che ci fanno tornare alle origini dell’uomo, non è un caso che in questa terra primordiale siano stati rinvenuti i resti di “Lucy”, l’ominide più antico risalente a 3 milioni e mezzo di anni fa. Nei villaggi Hamer, Mursi, Dorze, Konso e Banna non c’è elettricità e non c’è acqua. La vita è basata sull’agricoltura e sull’allevamento anche se in passato era la caccia la prima fonte di sostentamento. Avremo il privilegio unico di vivere a contatto diretto con gli Hamer nei villaggi di Arna e Labella, trascorrendo con loro la giornata nel suo lento fluire. Solo così potremo capire quanta distanza ci separa dal loro mondo semplice ma pur sempre organizzato. Raggiungere il pozzo per raccogliere l’acqua, recarsi al mercato per vendere o acquistare i prodotti che questa terra produce, preparare da mangiare sul fuoco, dormire con un tetto di stelle sulla testa e trovare nella natura tutto quello di cui l'uomo necessita.
Le emozioni che vivremo giorno per giorno saranno la migliore ricompensa alle fatiche che questi viaggi richiedono. Il nostro obiettivo sarà quello di avvicinarci in punta di piedi cercando di conoscere il senso più profondo di questa gente attraverso i loro riti e le cerimonie così distanti dal nostro modo di pensare.
“Quando il pastore torna a casa in pace, il latte è dolce”
(proverbio etiope)
day by day
volo Italia - Addis Abeba
Partenza in serata per Addis Abeba con volo di linea. Cena e pernottamento a bordo.
da Addis Abeba a Sodo (circa 6 ore)
Arrivo ad Addis Abeba nelle prime ore della mattina. Dopo colazione immediata partenza per Sodo, passando sulle alte montagne dell'altopiano etiope. Si attraversa la zona di etnia Oromo, passando per Butajira e iniziando a lasciarsi alle spalle le cittadine e la piccola cintura industriale della capitale. Qui si coltivano sorgo, teff, orzo e altri cereali, questo è considerato il polmone agricolo dell'Etiopia. Arrivo a Sodo in prima serata, cena e pernottamento in hotel.
da Sodo ad Arba Minch (circa 3 ore)
Partenza di primo mattino attraversando le regioni abitate dai Guraghe e dai Wolayta. L'area a est del fiume Gibe per centinaia di anni è stata la patria di uno dei più notevoli e laboriosi popoli dell'Etiopia: i Guraghe. I popoli Wolayta si differenziano dai loro vicini sia per la pelle più chiara e lineamenti regolari sia per la bassa statura che li caratterizza. Sono famosi per la coltivazione della falsa banana e la costruzione di particolari case, capanne di grandi dimensioni che hanno la forma di alveare, con uno o più uova di struzzo poste sulla sommità del tetto quale simbolo di fertilità. Sono inoltre ammirati per essere anche abili tessitori. All'arrivo ad Arba Minch, la città delle "40 sorgenti", escursione al Netchisar National Park, rifugio degli endemici Swaynes Hartbeest. L’habitat è molto vario e comprende tratti di savana, boscaglia e foreste che nel suo insieme hanno un inestimabile valore in biodiversità. Il Parco fu realizzato per proteggere una specie di antilope piuttosto rara (Alcephalus Buselaphus Swaynei) di grandi dimensioni e dal mantello color cioccolato che arriva a pesare fino a 250 kg. Il Parco comprende anche il cosiddetto “Ponte del Paradiso” o “Ponte di Dio”, si tratta di uno stretto corridoio collinoso ricoperto da foresta che divide il lago Chamo dal lago Abaya che sono i laghi più grandi della Rift Valley. I due laghi si differenziano per il colore delle acque, quelle del lago Chamo sono di tonalità sul blu, quelle del lago Abaya color rame. La foresta del Ponte del Paradiso è l’habitat di numerosi animali e in cima ad una collina c’è un bellissimo view point sul panorama circostante. Il posto migliore per avvistare gli animali è la savana, qui si possono vedere antilopi, dik dik, zebre, facoceri, babbuini. Lungo le sponde del lago è facile avvistare i coccodrilli giganti che arrivano a misurare fino ad 6 metri di lunghezza, nel Parco ci sono inoltre circa 300 specie di uccelli. Nel pomeriggio escursione in barca sul lago Chamo, a circa 1200 metri di altitudine, potremo comodamente osservare dalla barca, enormi ed impressionanti coccodrilli, tra i più lunghi dell’Africa, ippopotami, e infinite specie di uccelli. Cena e pernottamento al Lodge
da Arba Minch a Jinka (circa 4 ore)
Colazione e partenza per il villaggio di Chencha, che si trova ad un’altitudine di 2.600 metri sul gruppo montagnoso del Guge che raggiunge, nei picchi più elevati, i 4.200 metri, e al paese dei Dorze. Popolo di laboriosi agricoltori anch’essi appartenenti al gruppo linguistico ometo, sono conosciuti soprattutto per gli indumenti di cotone che confezionano con vera maestria. Singolare ed elaborata la struttura delle capanne, a forma di obice, alte anche 15 metri, costruite con bambù intrecciato montato su una struttura portante anch’essa di canna di bambù e rivestite di foglie di ensete, pianta tipica dell’altopiano etiope apparentemente simile al banano.
Il territorio abitato dai Dorze, anticamente coperto da foresta tropicale, ha in parte cambiato aspetto: grazie al loro tenace lavoro vaste zone sono terrazzate così da favorire l’agricoltura. Nonostante ciò la vegetazione è ancora così lussureggiante che chiude ogni prospettiva visuale. La prima cosa che colpisce, visitando il villaggio di Chencha, è la rigogliosa vegetazione equatoriale dalla quale spuntano, come tanti isolati obici grigi e fumanti, le tipiche capanne di bambù che non si ritrovano in nessun’altra zona dell’Etiopia.
Proseguimento per Jinka, addentrandoci nella regione dei popoli Konso, Derase, Tsemay, Ari e Banna. Jinka è un crocevia di grande importanza per tutta questa area. La sua grande piazza centrale in terra rossa si anima ogni sabato grazie al mercato che attira qui molti Benna e Ari che vivono nel circondario. Nel lato settentrionale della piazza, sotto i portici, si trovano alcuni negozi di sarti che tuttora lavorano con vecchie macchine da cucire Singer. Cena e pernottamento in hotel a Jinka
da Jinka a Turmi (circa 5 ore)
Raggiungiamo il Mago National Park, che comprende quelle terre dalla natura selvaggia e senza confini che si estendono ad est del fiume Omo ed è formato principalmente da savana aperta e arbustiva con ampie zone forestali. Questo parco è stato costituito per proteggere il gran numero di animali che si ritrovavano in quest’area come bufali, giraffe ed elefanti. Tipici di questo habitat secco sono gli uccelli, qui in particolare si trovano otarde, tessitori, storni, uccelli del corno ed i martin pescatore che si nutrono lungo il fiume Neri. Questa zona, esplorata solo un centinaio d’anni fa da Vittorio Bottego è d’allora rimasta pressoché intatta e le popolazioni che la abitano vivono allo stato di natura e isolate dal mondo, conservando arcaiche tradizioni lontane da ogni logica occidentale. Si potranno visitare le popolazioni Mursi, coltivatori e allevatori, che occupano vaste aree del Mago e sono probabilmente la tribù più ammirata della Valle dell’Omo meridionale. Le loro capanne vengono realizzate con paglia e frasche su di una solida struttura di legno, all’interno vi convive l’intera famiglia composta da più generazioni. I Mursi hanno, come è consuetudine largamente diffusa tra le varie popolazioni della bassa valle dell’Omo, un amore morboso per la cura del corpo che qui si manifesta nell’uso dell’ormai famoso e strano costume di deformare il labbro inferiore con l’introduzione del piattello labiale la cui grandezza determina la bellezza e la desiderabilità di una donna: una moglie con un grosso piattello labiale può costare al futuro marito anche venti o trenta capi di bestiame.
Gli antropologi sostengono che questa antica arte corporale sia nata non per creare bellezza, ma per rendere la donna ripugnante e toglierle il valore causato dal commercio degli schiavi. L’abito tradizionale, formato da una lunga pelle di animale annodata sopra la spalla destra, rappresenta l’unico indumento indossato dalle donne. Nel pomeriggio ritorno a Jinka e proseguiremo per Turmi, patria dei popoli Hamer. Gli Hamer sono un popolo pacifico e solidale che conta circa 65.000 individui, essi sono divisi per clan ed ogni clan ha propri particolari tabù e regole da rispettare. Il comando è gestito da un consiglio che riunisce i capi dei vari clan al quale spetta ogni decisione. Quale inconfondibile distintivo sociale la donna Hamer indossa il bignerè, collare di ferro che viene portato tutta la vita. Indossano vesti di capra impreziosite da conchiglie e sfoggiano complicate acconciature a caschetto formate da sottili treccioline impastate con polvere d’argilla, burro o grasso animale. Cena e pernottamento in campo tendato al villaggio Hamer di Arna.
Turmi
Queste giornate sono dedicate alla condivisione degli usi e delle abitudini Hamer. Vivremo in tutto e per tutto secondo i loro ritmi, unendoci a loro per andare al pozzo a prendere l'acqua, per andare al mercato e in tutte le attività della giornata. Molte saranno le sorprese che questo popolo è in grado di darci, non ultima la cerimonia del Salto del Toro, alla quale potremo assistere se avremo un po' di fortuna.
In questi giorni sono previste escursioni giornaliere per visitare le altre etnie della zona come i Karo e i Dassanech. Prevediamo anche di passare una notte in campo tendato alla foce del fiume Omo, dove questo si immette nel lago Turkana. Cene e pernottamenti in campo tendato al villaggio Hamer di Arna.
da Turmi ad Arba Minch (circa 6 ore)
Smontaggio del campo e saluto ai nostri amici Hamer. Se il tempo ce lo permetterà faremo sosta al mercato del sabato di Dimeka, oppure faremo una deviazione per visitare i villaggi di etnia Erborè, dipenderà essenzialmente dalla condizione delle strade. Poi riprenderemo il nostro trasferimento fino ad Arba Minch, dove riposeremo dopo la lunga giornata. Cena e pernottamento al Lodge.
da Arba Minch ad Addis (circa 9 ore)
Ritorno via strada ad Addis Abeba attraversando le regioni abitate dai popoli Guraghe, ammirando paesaggi spettacolari e indimenticabili. Non è raro imbattersi in scene che sanno di antico: voluminose fascine che vengono trasportate a piedi fino ai centri di raccolta, gettati in terra per essere pestati dai cavalli per la sgranatura, a cui segue la battitura a mano. Con gesti immutati da secoli, uomini e donne, con un duro e faticoso lavoro liberano il chicco del cereale lanciandolo ritmicamente verso il cielo, il tutto utilizzando vecchi e arcaici strumenti in legno. Si raggiungerà la capitale nel tardo pomeriggio. Cena e trasferimento in aeroporto per il volo di ritorno in Italia
volo Addis - Italia
Imbarco sul volo notturno di ritorno per l’Italia e arrivo a Milano in prima mattinata.